IL FESTIVAL DELLE MOSTRE
NEGLI STUDI DEGLI ARTISTI

14/18 Marzo 2017 - Milano

Guardare e toccare

Sovraopposti

Tutti più di una volta siamo stati tormentati dall’ ordine “guardare, ma non toccare!”.

Un imperativo giusto? Può essere, ma solo in determinate occasioni. Altre volte è totalmente inappropriato. E l’arte contemporanea sempre più spesso ci invita a riappropriarci della nostra curiosità tattile.

Che sia per gioco, che sia con finalità didattiche o sperimentali il “toccare” è una modalità per partecipare.

Giulia Fumagalli ci invita a giocare con i suoi lavori. Contrasta quell’imbarazzo che ci impedisce di interagire con le “opere”. E di una sfida si tratta, perché dopo secoli di costruzione di questa distanza con le cose non è certo facile avvicinarsi e addirittura spostare l’oggetto divenuto sacro perché artistico.

Partecipare a “un’opera artistica” non toglie nulla della sua “artisticità”. E, fortunatamente, da almeno un secolo se ne è sempre più convinti.

Così Giulia non crea sovrapposizioni fisse. Costruisce la struttura, spiega come funziona: una fonte luminosa inquadra i vetri, lo specchio -posto loro dietro- rimanda la proiezione colorata sul muro.

Ma desidera che sia lo “spettatore” a spostare i vetri, da lei realizzati e dipinti a mano, ruotarli per creare proiezioni di volta in volta diverse.

Il gioco, il cambiamento, può continuare anche regolando le altezze dei tre dei supporti dell’installazione.

Un’opera quindi che si adatta allo spazio che occupa. Mai fissa e sempre nuova.

Pietro Puccio crea un altro genere di sovrapposizioni. Ancora una volta c’è una relazione tra luce, proiezione e oggetto fisico. Disegna delle mani, ma solo grazie a una linea rossa, effimera perché proiettata, possono essere connesse tra loro.

Le nostre mani, qui, sono chiamate a toccare questi disegni, a sfogliarli, a indagarli.

Mariangela Vitale

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