IL FESTIVAL DELLE MOSTRE
NEGLI STUDI DEGLI ARTISTI

14/18 Marzo 2017 - Milano

Natura viva

Loris Di Falco chiama nel suo studio suoi amici artisti e altre sue conoscenze.

Libera per l’occasione e per la prima volta questo spazio dai suoi quadri e lo ripensa insieme agli altri artisti. Questo rispecchia pienamente lo spirito del Festival che prevede la commistione di diversi fare artistici non solo intorno a un tema, uno spazio, ma anche -e soprattutto- a delle relazioni.

Loris Di Falco chiede di lavorare sulla vegetazione e in particolare su “foglie vive”.

Incontro solo quattro dei tanti artisti in mostra (Giuseppe Bombaci, Linda Carrara, Kalina Danailova, Loris Di Falco, Lorenzo Di Lucido, Tamara Ferioli, Cristina Lefter, Guido Nosari, Michael Rotondi, Vincenzo Todaro, Giulio Zanet, Claudia Zuriato).

Tamara Ferioli lavora spesso con elementi naturali e organici. Per questa mostra recupera dall’Islanda le ossa di tre specie di pesci e le fa rivivere trasformandole in fiori. Gioca con esse, non forza le forme ma aspetta che nascano spontaneamente solo dopo aver assecondato il loro giusto incastro. Quando combaciano alla perfezione, fissa la posizione: il risultato è sempre diverso, perché ogni forma risponde in modo nuovo. Il risultato è strabiliante. Bellissime ninfee.

Vincenzo Todaro costruisce le sue “Trame” dalla fusione di due pagine di una enciclopedia francese. Sceglie due immagini di paesaggi naturali. Successivamente intreccia la trama dell’una con l’ordito dell’altra. L’intreccio non è rigoroso, ma libero. L’artista sceglie cosa evidenziare e cosa nascondere delle due immagini. L’opera ha una forte unità visiva, solo un’osservazione ravvicinata fa scoprire i particolari ascrivibili ad ogni singola pagina dell’enciclopedia.

Giuseppe Bombaci porta la sua terra di origine nella sua pittura (il quadro rappresenta dei fichi d’India). Accenna appena al suo lavoro perché ora non cerca più il significato delle opere perché –dice- “la pittura è un elemento a sé, ha vita propria”.

Anche Giulio Zanet lavora sulla pittura in quanto -mi dice- è “soggetto-oggetto del quadro”. Non procede per astrazioni, ma mano mano toglie dalla figurazione e arriva alla sola materia pittorica. In unione e in contrapposizione inserisce elementi geometrici che interrompono la fluidità della pittura.

Mariangela Vitale

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