IL FESTIVAL DELLE MOSTRE
NEGLI STUDI DEGLI ARTISTI

14/18 Marzo 2017 - Milano

Spunti per anni ’80

Progetto a cura di Alberto Mugnaini, con la collaborazione di Yari Miele, presentato da Corrado Levi.
Lasciando Corso Lodi, Piazza Medaglie d’Oro rimane alle nostre spalle e si svolta in una trasversale ove aspetta un portone aperto, al numero civico 6 di Via Burlamacchi si attendono i visitatori come fossero gli amici di sempre: benvenuti nella casa studio di Alberto Mugnaini. Spunti per anni ’80 è infatti un pretesto per aprire l’abitazione ad un nuovo pubblico, una maniera per fare nuovi amici entro la cornice di Studi Festival, quest’anno arrivato alla terza edizione: Mugnaini dischiude il proprio nido, lungo le cui pareti scorrono scaffali che fuggono colmi di libri sino al soffitto, le letture di una vita che trasmettono gli interessi di chi vi abita, artista egli stesso; e l’unica parete non occupata dai libri ospita per l’occasione le opere di quegli artisti che hanno calcato gli anni Ottanta senza seguire l’influenza della Transavanguardia, diretti verso un linguaggio che si è evoluto nel tempo e che è stato di ispirazione sino ad oggi, dal punto di vista formale ma anche concettuale: gli studenti delle accademie guardano infatti a Corrado Levi come ad uno dei propri riferimenti, ispiratore di azioni come l’occupazione della Brown-Boveri nel 1984, episodio antesignano della tendenza tutt’ora attuale degli artist run spaces, esperimenti talvolta di breve durata che testimoniano la fame di spazi espositivi da parte degli artisti esordienti, in cerca di una esposizione al pubblico che le gallerie precludono loro. E non è un caso che Stefano Arienti sia uno degli artisti esposti, testimone dei giorni della Brown Boveri proprio come Levi, presente all’inaugurazione e richiesto dagli ospiti come un famigliare che non si è visto da tempo; informale è infatti il termine corretto con cui descrivere l’atmosfera nello studio, in cui l’osservazione delle opere viene inframmezzata da commenti ed osservazioni con i presenti, coinvolti dai lavori meno conosciuti degli artisti selezionati da Mugnaini: presente con le proprie opere, pone fianco a fianco nomi gridati e nomi sussurrati in un’ibridazione allusiva al gioco del fare arte, che prevede fama per pochi ma passione soddisfatta per tutti quanti vi partecipino. Ed il fatto stesso che lo studio di Mugnaini sia l’unico a proporre artisti maturi e riconosciuti riporta di nuovo a quanto sia più semplice iniziare ad esporre che non il continuare a farlo, all’inizio una semplice foga da placare che può venire tuttavia soppianta dal crescere e dalla contingenza, dagli impegni e da ciò che si ritiene prioritario in un periodo di transizione come quello dei vent’anni, gli anni della nostra vita in cui si sceglie se rimanere nell’arte o meno. E coloro che scelgono di rimanervi, che arrivino o meno ad esporre alla Biennale di Venezia o a Documenta, rimangono comunque parte di un tutto, di quella famiglia allargata che è l’ambiente degli artisti e che si ritrova in momenti come quello dell’apertura degli studi, pratica di cui sono a conoscenza solo i professionisti e gli appassionati ma che iniziative come Studi Festival vogliono portare ad un pubblico più vasto, al quale manca l’esperienza di quell’arte nel proprio farsi, ovvero l’arte contemporanea. Fate così, sino al 18 marzo lo studio di Mugnaini rimarrà aperto, andatelo a vedere e poi recatevi negli studi degli esordienti per comprendere come Spunti per anni ’80 sia ancora loro necessario, un libro di testo a cui guardano ma che riesce difficile da emulare, esercizio faticoso in quanto figlio di una generazione che ancora si concentrava sulla manualità del mezzo pittorico e non sulla medialità, il linguaggio che oggi tutto informa e sussume. Creando talvolta incertezza espressiva.

Annalisa Moschini

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