IL FESTIVAL DELLE MOSTRE
NEGLI STUDI DEGLI ARTISTI

14/18 Marzo 2017 - Milano

Una stella sfreccia in via Padova

Il programma di Studi sotto il titolo Lastella, al posto del nome dello spazio riporta “Twingo grigia targata bx383jd”, e al posto dell’indirizzo indica “Luoghi vari”. Va bene, l’opera mobile e diffusa è qualcosa di familiare a chi mastica arte da un po’: qui ci vuole solo un po’ d’organizzazione, mettere le coordinate al punto giusto e tutto diventa molto più chiaro e raccontabile. Allora scrivo a Rebecca Moccia, indicata come performer dell’evento, di cui Bros è autore. Sono didascalica, lo so, ma le definizioni, in questo caso, sono molto importanti.

 

“Dimmi quali sono i tuoi programmi e ti do un passaggio da studio a studio, nel corso della serata”, questa la risposta di Rebecca. Fino al momento di incontrarla di persona, per farmi dare il famoso passaggio, non ho saputo di più su cosa stessi per fare. Ero molto perplessa, non mi risultava che Bros si fosse lanciato verso l’arte partecipata. Bros viene dalla street art. Arte come servizio o arte come scambio relazionale sono le derive di una storia dell’arte pubblica a cui la street asserisce, ma che da essa si sono ben discostate nel tempo.

 

Entro in auto, cerco il mio posto tra scatoloni, colle, borse, carte da buttare. Ho spigoli ovunque, stiamo strettini. D’altronde davvero l’auto per Bros funziona come uno studio, un magazzino mobile. Partiamo e tra un’indicazione su come raggiungere via Padova e l’altra Rebecca mi spiega in pochissime semplici parole un’operazione geniale. Sopra il tettuccio dell’auto, intagliata su una lastra specchiata c’è la stella, o meglio Lastella, o meglio ancora, c’è l’immagine riflessa nella stella. Eccola l’opera: non l’auto, non Rebecca che guida l’auto, non io che mi faccio dare un passaggio da Rebecca, non la stella specchiante, ma l’immagine in essa riflessa. Il pensiero teorico che vi è dietro è assolutamente limpido e rigoroso. L’idea alla base di Lastella è che l’ambiente e le condizione all’interno delle quali l’opera viene prodotta sono fondamentali nella definizione della stessa, nei suoi esiti formali, ma anche estetici e talvolta concettuali. Questo aspetto è più che mai presente nel momento in cui si parla di street art, e può arrivare ad assumere una rilevanza tale da mettere in crisi il concetto di autorialità. Ecco che allora io seduta in quell’auto non sono che una condizione di contesto attorno a un’opera che si fa da sé. L’auto è in moto, io ne sto vivendo la vita quotidiana, e intanto sopra la mia testa il cielo si riflette nello specchio e l’opera continua a essere generata dal caso.

 

Allora io non so se voglio essere più lì, nell’auto, vicina alla sorgente dell’immagine, o se vorrei piuttosto essere affacciata alla finestra di un palazzo di via Padova, per vedere sfrecciare lontano, sotto di me, qualcosa di tanto casualmente meraviglioso.

 

Bianca Frasso

2 thoughts on “Una stella sfreccia in via Padova”

  1. Daniele
     ·  Rispondi

    ciao bianca scusa il disordine in macchina, giuro che primo a poi sistemo.
    grazie per il tuo testo mi è piaciuto molto.

    • bianca.frasso@hotmail.com
       ·  Rispondi

      Grazie Daniele, poi voglio le foto della macchina pulita;) Grazie a te dell’ospitalità!

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