IL FESTIVAL DELLE MOSTRE
NEGLI STUDI DEGLI ARTISTI

14/18 Marzo 2017 - Milano

Unità e molteplicità

S/CORPOREA

Giovanni Bai apre il suo studio e porta in mostra il corpo.

Un corpo considerato nelle sue parti e ricomponibile solo grazie all’immaginazione, alla volontà di assemblarle come in un puzzle. Ne uscirà una figura ambigua, strana; per alcuni mostruosa, per altri vera perché espressione delle singole scelte e delle diverse personalità.

Non è necessario forzare la ricomposizione: ogni parte, ogni opera, è autonoma e parla della bellezza del nostro corpo.

Una bellezza dai intendere come testimonianza delle nostre passioni, paure e ossessioni, dolori e incertezze, emozioni e gioie.

Corpo come espressione, un volto (di Carlo Buzzi) segnato dal tempo, come tempio dei sentimenti (il “Cuore” di Giovanni Bianchini).

Come strumento che ci permette di stare nel mondo, di ballare (Lucia Salvan fotografa i piedi di una ballerina) o di muoverci (le “Gambe”di Veronique Champollion e le “Braccia” di Carolina Gozzini).

Un corpo che ci rende creatori sempre e in modi diversi, non solo maschi (il “Pene” di Aronne Rota ) non solo femmine (il “Seno” di Giovanni Bai).

Un corpo che cerca relazioni, contatti (le “Mani” di Flavio Gallozzi), sapori ( La “Bocca” di Takako Saito) e profumi (il “Naso” di Dario Ghibaudo).

Un corpo che si rimette in gioco e ascolta l’altro con ogni parte nella sua particolare funzione (le opere di Camilla Cerea) e dà voce al suo grido e al grido di chi è lì attorno (l’installazione di Patrizio Raso, i suoi capelli tagliati, divenuti microfono, registrano i messaggi delle persone che vogliano urlare i loro bisogni).

Mariangela Vitale

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