IL FESTIVAL DELLE MOSTRE
NEGLI STUDI DEGLI ARTISTI

14/18 Marzo 2017 - Milano

Misticismo milanese

PERSISTENZE

Giuliano Cataldo Giancotti, Debora Fella, Barnaba Canali, Luca Caniggia, Eleonora Confalonieri

Via Gassendi 13, Milano

Adni Kary, Barnaba Canali, Debora Fella, Dhan Fabbri Adhiary, Eleonora Confalonieri, Marta Galbusera, Maddalena Lusso, Soheil Naderi, Lorenzo Zuccato, Giuliano Cataldo Giancotti

 

Fermata della metro Cenisio. Sono molto tentata di scendere alla fermata prima per portare il mio saluto a Gaber e a Munari nel Cimitero Monumentale, ma come si sa il tempo è tiranno e non posso farmi sfuggire nessuno degli studi che mi sono prefissata di vedere. Mi dirigo verso il più distante e dopo una lunga camminata arrivo a Persistenze. Lo spazio è molto affollato, subito inizio ad ascoltare le voci degli artisti davanti alle loro opere: Dhan Fabbri Adhiary presenta alcune fotografie che sembrano fermare gli attimi attraverso nebulose, ma in realtà sono strusciature. L’artista fotografa alcuni luoghi significativi della sua vita e dopo aver sviluppato le foto, ritorna sui posti degli scatti e le strofina creando un contatto fra realtà e ricordo. Barnaba Canali presenta dei lavori in cui i gesti quotidiani vengono sublimati attraverso il segno quasi convulso della sua mano; al contrario Luca Caniggia presenta dei paesaggi onirici, ispirandosi alle sensazioni provate dinnanzi ad un monte di Novara. Dieci artisti confrontano i propri pensieri per evidenziare le loro affinità spirituali nella concezione dell’arte, affidandosi al tema delle persistenze, dunque ad una costante che ritorna come un ciclo nelle loro opere; in questo modo dimostrano il caloroso rispetto che li lega e creano un’atmosfera naturale in cui sentirsi a casa, ad esempio ben suggerita nelle opere di Marta Galbusera. Questo concetto mi viene spiegato da Eleonora Confalonieri che mi indirizza verso la comprensione della sua opera: il pancione della madre incinta viene presentato attraverso un calco in cui si vede la sorellina scalciare, questo è legato, attraverso delle corde che rappresentano il cordone ombelicale, ad un altro calco a terra. L’installazione vuole illustrare il ciclo della vita. I disegni di Debora Fella trasportano lo spettatore in una dimensione notturna, buia, ceca, basando la sua poetica sullo studio dell’ombra e presentando dei soggetti di notte come in una visione a infrarossi. Il meticoloso lavoro di Soheil Naderi consiste nella cucitura a mano, inoltre un suo disegno trasmette l’idea del sentimento che vola e al contempo rimane ancorato al terreno. Giuliano Cataldo Giancotti presenta la sua arte alchemica attraverso La porta della conoscenza, introducendo l’individuo al valore di esperienza fisica e mentale; purtroppo non è presente e non ho modo di conoscere al meglio la porta attraverso la quale mi avvia verso la sua poetica.

 

IMPRINT

Saba Najafi

Via Ruggero Di Lauria 15, Milano

Gio Lacedra, Guido Nosari, Loredana Galante, Mandra Cerrone, Saba Najafi, Sevil Amini

 

Apro la porta socchiusa e mi introduco quasi furtivamente nello studio di Saba Najafi, le cui opere si presentano subito davanti ai miei occhi: due cuscini, posti specularmente lungo il corridoio, mi rivelano le diverse visioni del sogno dell’uomo e della donna, mentre nell’ambiente principale l’artista espone due tessuti sviluppati verticalmente e lacerati in modo tale da esprimere sensibilmente una situazione di violenza, in particolare queste sono un omaggio a tutte le donne abusate e violentate. Subito dopo incontro la solarità dell’artista iraniana Sevil Amini, i cui pigmenti utilizzati nelle opere suggeriscono un’attenzione alla poetica di Yves Klein: la sua riflessione spirituale sull’arte è racchiusa nella rappresentazione di un uccello, simbolo di collegamento fra cielo e terra. Osservo lo spazio e in un attimo incontro lo sguardo di Guido Nosari. Distogliendolo dalle chiacchiere con le altre persone, riesco a farmi parlare della sua ricerca artistica. Il modo in cui parla suggerisce quanto per lui l’arte sia una vera e propria necessità che scorre istintivamente lungo le sue vene al ritmo della macchina da cucire. Due quadri di stoffa vivacemente colorata con teschi rosa e cuciture ben definite, vogliono rendere l’idea del trapasso del filo fra i tessuti e al contempo del trapasso come morte; un punto di cucito è rapido nell’esecuzione e appare di poca importanza fra i tanti punti di una composizione, allo stesso modo la vita scorre veloce e l’individuo è un solo punto dell’universo. Inoltre attualmente l’artista sta sviluppando un linguaggio artistico in cui creare un connubio fra pittura e lavoro tessile. L’ultima artista con cui riesco a parlare è Loredana Galante, la cui opera Non si comincia da quello che si è perso ma sempre da quello che rimane mi indirizza a ricordi passati e alla consapevolezza di ciò che il titolo mi vuole suggerire. Appesa alla parete, una tovaglia in merletto scarica a terra le suppellettili tipiche di una tavola imbandita per il té delle cinque, che rompendosi in pezzi, creano un percorso che va incontro allo spettatore. Sono le 21, di corsa scappo verso l’ultimo studio della giornata, sperando sia ancora aperto.

 

VOLUMI

LAB 7 – Studio Angela Trapani

Via Stilicone 21, 20154 Milano

Daniele Nitti Sotres, Florencia Martinez, Gennaro Cicalese, Getulio Alviani

 

Davanti allo studio, vengo accolta come un’amica da Angela Trapani, che subito mi accomoda per ascoltare il finale dello spettacolo di musica e poesia tenutosi durante la serata. Il maestro e compositore Livio Bressan dirige un gruppo di poliedrici artisti che si cimentano in un genere musicale piuttosto singolare, denominato spettralismo; basato sull’analisi dei fenomeni fisici del suono, viene accompagnato da un soprano e da letture di poesie o di brani di grande sensibilità artistica, tratti da libri come Le città invisibili di Italo Calvino. Il gruppo di impressionante bravura riesce a tenere alta l’attenzione del pubblico e la personalità di Angela Trapani assicura un’atmosfera di convivialità. Il concetto che riunisce gli artisti nello stesso studio è Volumi, ben interpretato dal giovane artista Daniele Nitti Sortres che presenta opere di carta con limpide ombre e una scultura in cui unisce in modo sorprendentemente naturale una pietra con una struttura geometrica di ferro patinato. Le opere di Gennaro Cicalese si proiettano in uno spazio mentale in cui i volumi sembrano annullarsi totalmente e ben si accostano alle ricerche artistiche di Florencia Martinez. Al centro, due opere di forte impatto visivo del maestro Getulio Alviani che purtroppo non ho potuto conoscere. L’artista siciliana Angela Trapani mostra i suoi lavori concentrati particolarmente sulla passione per le forme geometriche sferiche e le cupole rosse di Palermo, delle quali si innamorò durante la sua infanzia. Dedica una parete a due cicli di dipinti: in alto, ispirati alle cupole, forme sferiche dialogano con colori complementari e vivaci, creando propriamente atmosfere uniche, mentre in basso un ciclo è dedicato ai pianeti, dunque alla sfera celeste, che si addice ai brani di origine astrologica letti precedentemente dal gruppo di artisti. Ringraziando per la cordialità, mi avvicino al cancello e pongo fine alla mia esperienza milanese di Studi.

One thought on “Misticismo milanese”

  1. Silvana
     ·  Rispondi

    La prima presentazione mi fa riflettere, per come viene presentata, sull’incomunicabilità dell’arte contemporanea, ha bisogno di essere spiegata altrimenti la giovane critica non riesce a cogliere le sfumature del messaggio che l’opera cela.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

*

 

Utilizzando il sito, accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi