IL FESTIVAL DELLE MOSTRE
NEGLI STUDI DEGLI ARTISTI

14/18 Marzo 2017 - Milano

Terzo tour verso sud – parte 1

Giovedì 17 inizia il terzo tour di visita tra gli studi di Milano situati nella zona sud della città.
Prefissate in agenda tre esposizioni: Amalia del Ponte e Olì Bonzanigo, Asa Nisi Masa e Invisible to the Eye.
Più riposate dei giorni precedenti, ci addentriamo nella città in compagnia di un sole splendente che bacia Milano. Una situazione fantastica, tanto che dopo aver raggiunto il primo luogo identificato, subito c’è stata una deviazione per una pausa relax sulla nuova Darsena.
Ci dirigiamo poi al primo evento, situato presso la casa-studio dell’artista Amalia del Ponte (via Santa Croce, 21) nato nell’ex canonica dei frati Domenicani annesso alla Basilica di Sant’Eustogio. Amalia invita per l’occasione di Studi Festival, la giovane artista italiana Camilla Olì Bonzanigo, per sviluppare un’esposizione che mostra allo spettatore la meraviglia della natura e della sua trasformazione, ma rivolgendosi al mondo scientifico con uno sguardo poetico, caratteristica che accomuna due generazioni: quella di Amalia del Ponte – artista poliedrica che da più di sessant’anni stupisce e incuriosisce il pubblico e che ha attraversato momenti indelebili della storia dell’arte – e Camilla Olì Bonzanigo – scultrice giovanissima, esordiente e vincitrice del primo premio di scultura alla Biennale di Marrakech, la quale si autodefinisce “artista nomade” per il suo continuo pellegrinare tra Italia, Svizzera, Inghilterra e Cile.
All’interno dello studio, dove protagonista è anche una colonna storica di età romanica, siamo accolte dalla gentilissima Barbara Garatti, con la quale intratteniamo una piacevole chiacchierata. Questa è stata come una lezione di storia dell’arte degli anni Sessanta, tra indagine di ricerca della materia, ready-made, ambienti spaziali e quella ventata rivoluzionaria e combattiva del femminismo degli anni Settanta.
Veniamo meglio a conoscenza dell’artista e proprietaria dello studio.
Amalia del Ponte ha avuto una formazione artistica classica presso l’Accademia di Brera, come allieva di Marino Marini. Il suo lavoro parte con l’utilizzo di materie tradizionali come gesso, marmo e bronzo. La sua ricerca personale si è sviluppata in seguito verso una ricerca sulle forme organiche, indagate tramite disegni di elementi unicellulari e zoomorfi per arrivare a una forma biologica mutevole. Dal ’63 inizia a lavorare alle prime sculture in resina termoindurente e plexiglass, materiale che utilizza per tutti gli anni Settanta quando realizza i primi prismi a grandezza umana, nei quali ritorna la sua ricerca di luce e dinamica della materia. Nel ‘73 Amalia realizza il suo primo ambiente spaziale intitolato Area Percettiva, una stanza bianca di 6×6 metri al cui interno luci alogene abbaglianti e due prismi alti due metri, danno quell’effetto di spaesamento e annullamento percettivo tipico della ricerca spaziale che ha caratterizzato i lavori di numerosi artisti esponenti dell’arte cinetica e programmata.
Una volta abbandonata la scultura, Amalia si dirige verso un’arte più concettuale, pur presentando installazioni notevoli come quella selezionata dalla storica e critica dell’arte Lea Vergine per la Fiera del Levante Expo arte. Ipotesi 80.
All’interno dello studio milanese, perfettamente in dialogo con le opere di Amalia, si trovano quelle della sua ospite Camilla Olì Bonzanigo. Classe ’89, la giovane artista ha già alle spalle un notevole curriculum. Qui a Milano presenta due dei suoi ultimi lavori Black Groung Project del 2013 (collezione Fonderia Battaglia) e White unknown del 2015, entrambi progetti sperimentali artistici sonori, nati da un’indagine sulle forme della biologia marina.

Contente e soddisfatte, usciamo dallo studio e restiamo a contemplare il cortiletto interno con l’enorme pianta di bambù e l’edera rampicante che incornicia tutto lo stabile pensando “quanto sarebbe bello abitare qui…”

Occhiali da sole sul naso e cartina alla mano, ci dirigiamo verso la prossima meta!

(segue parte 2)

 

Rossana Stellato 

 

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